Non esistono molte testimonianze scritte sulle
origini di Castelluccio, ma possiamo dire con certezza,
che la presenza dell'uomo in queste alture non è un fatto
recente. Ciò è testimoniato da diversi frammenti di terracotta
di età romana rinvenuti in località Soglio, presso l'antica
Fonte di Canatra. Nella prima metà del 16oo furono
trovate nelle fondamenta di un edificio del paese, delle monete
di bronzo con il ritratto dell'imperatore Claudio II il
Gotico (268-270 d.c.). In questo periodo ci fu un'altra
interessante scoperta; una tomba (non datata) di un soldato,
probabilmente situata non distante dalla strada che conduce
a Forca di Presta (Cordella, Lollini 1988) non a caso
punto obbligato di passaggio tra la valle del Tronto e la
Valle del Nera, tra il Piceno e la Sabina. L'attuale nucleo
abitativo non risale a prima del XIII sec., anche se
alcuni documenti, e recentemente l'aereo-fotografia ha rivelato
un antico castelliere sulla parte più alta del paese (Cordella-Lollini).
La storia di Castelluccio e il suo sviluppo
sono strettamente legate alla storia della pastorizia.
Quando nacque l'esigenza di cambiare l'attività della
pastorizia da stagionale a stanziale, cominciò il disboscamento
delle alture per creare nuovi pascoli, inoltre il legno era
usato come materiale da costruzione e da riscaldamento. Un
largo piazzale asfaltato accoglie il visitatore che giunge
a Castelluccio. E' qui che si affacciano una serie
di edifici, un tempo stalle e fienili. Sui muri grandi scritte
di vernice bianca, incomprensibili a chi non conosce il dialetto
o i problemi di Castelluccio. Salendo sulla sommità
del colle, una volta chiamato "le pitture", si giunge
all'abitato più antico del paese. Della vecchia fortificazione
cinquecentesca non rimane che un portale, e pochi tratti delle
mura, oltre si accede alla piazzetta della chiesa di S.Maria
Assunta anch'essa del 1500. E' il maggiore monumento storico
artistico, all'interno vi è custodita una pregevole
scultura lignea raffigurante una Madonna (1499) attribuita
a Giovanni Antonio di Giordano, maestro scultore di
Norcia.
Le anguste stradine che salgono e scendono,
portano ai diversi livelli dell'abitato. Le case, addossate
le une alle altre sembrano difendersi vicendevolmente dal
freddo, molto spesso hanno piccole finestre, e sui muri sino
a pochi anni fa si potevano vedere piccole figure sacre
in ceramica, che una volta forse rappresentavano la sola difesa
degli abitanti contro le avversità della natura.
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