Voglio raccontarvi due giorni tra Norcia, Castelluccio e la Valnerina.
Per la prima volta dopo 10 mesi con calma nella mia terraNell’articolo troverete molti link a realtà del territorio, è palese pubblicità, voglio far conoscere a tutti voi persone speciali della nostra terra.
Negli ultimi mesi sono arrivato a percorrere anche 1000km a settimana, facendo avanti indietro tra Roma, Norcia, Castelluccio, Cascia, Preci, Vallo di Nera, Spoleto, Foligno e molti altri comuni del cratere.
Raramente mi sono fermato più di un giorno, sia perché non credo di aver superato ancora la paura del terremoto, e sia perché l’unico giaciglio che avevo a disposizione era una roulotte da clochard parcheggiata abusivamente nelle campagne nursine, soluzione ancora comune a moltissimi.
Prendendo forza ho deciso di dormire a Norcia, e in una struttura in muratura, chiamo il sempre gentilissimo Nicola dell’agriturismo le Sorgenti e gli chiedo la disponibilità di una camera, “Certo, te l’ho detto mille volte di venire qui, non c’è problema ti do la 11, e non pensare minimamente di pagare la camera”.
La mattina, anche se con un po’ di timore, ero contentissimo di mettermi in macchina, due giorni pieni per fare i “giri” di lavoro, e questa volta anche di piacere. Poter prendere con calma anche il lavoro, come prima del sisma, passare del tempo con quelli che non sono solo clienti, parlare con loro anche del quotidiano e non unicamente, e velocemente, del da farsi lavorativo.
Con la mia solita “flemma” arrivo a Norcia verso le 10,00 incontro subito i ragazzi della ReRiT, per organizzare il puntellamento dell’ufficio, non sappiamo quando e se partiranno le pratiche per la ristrutturazione, ma dobbiamo mettere in sicurezza uno spigolo e lo faremo, i geologi di Piano Terra ci hanno chiesto di metterlo in sicurezza prima di iniziare i carotaggi alle pareti, carotaggi che ci serviranno a capire come è stata realmente ristrutturato l’immobile nel 1987.
A mezzo giorno circa incontro Giuseppe di Sibillini Adventure per capire come, e se, partecipare ad un Bando a chiamata del GAL Sibillini, segnalato dalla preparatissima Sara, per la mappatura di moltissimi sentieri escursionistici, saranno coinvolte 5-6 guide escursionistiche, capiamo subito che si lavorerà a guadagno ZERO, ma Giuseppe, come precedentemente Roberto, dice “si vabbè, ma lo dobbiamo fare è troppo importante”, si è veramente importante capire come il sisma ha influito sulla sentieristica locale.
Un veloce pezzo di pizza sullo Scalone, mi sembrava di essere allo Sheraton, caffè da Mauretto, e di corsa da Ansuini per qualche scatto in negozio-laboratorio, sono arrivati i suini dell’azienda agricola Funari, e si devono sistemare le mezzene.
Due chiacchiere con Peppe, Emiliano e Fabrizio sul terremoto, discorso sempre presente, sul caldo, sulle norcinerie mentre li guardo lavorare, spesso mi scordo anche di scattare.
Poi in tipografia da Luca, vediamo quanto ci mette alcune etichette per un nuovo prodotto, un prodotto che ci piace pensare possa risollevare molti problemi agli agricoltori della zona.
Sembra quasi fatto apposta, neanche esco dalla tipografia, che incontro il ragazzo dell’officina Salvi (Ilenia la figlia di Massimo Salvi aveva un agriturismo adesso completamente inagibile), stava provando la macchina, distrutta in questi mesi (circa 18.000 Km in 8 mesi, io che ne facevo 500 l’anno in auto), neanche entro in officina, prendo l’auto e vado, devo andare, non preoccupatevi mi ricordo che devo pagare questo e altri interventi.
Con un notevole ritardo sono all’Orto Sinergico, da Cristiano, da noi il tempo è dilatato, nessuno parla di ritardo, sta riempendo gli innaffiatoi, “dai andiamo che devo trapiantare alcune piantine”, qui tutto diviene reale, sono di nuovo nei ritmi della montagna, con Monte Patino che svetta sopra di noi, mi perdo, il sole è tenue, qualche nube ci fanno arrabbiare perché mettono in ombra le foto, sono lì, non mi importa quasi di niente, mette i cavoli, il basilico, mi fa notare come la secca ha inflitto pesanti danni all’orto, e mi mostra piante di cui non conoscevo neanche l’esistenza. Finito il lavoro nell’orto d’obbligo è una passeggiata tra le nuove coltivazioni, sognando che forse abbiamo trovato una soluzione reale per il futuro di molti di noi.
Sono le 19:00 cerco di recuperare la socia, abbiamo una cena, dov’è dove non è, alla fine scopro che era andata a prendere la pizza ai militari per cena, non dovrei neanche scriverlo, quei poveri ragazzi sono obbligati a mangiare le razioni che gli passano, scatolame.
Poso le borse da Nicola, quattro, otto, dodici, sedici chiacchiere, è bello parlare come se tutto fosse uguale a prima, doccia e si parte per la cena.
Cena con gli amici ormai sparsi in Valnerina, alla Locanda del teatro, il terremoto è presente, ma tutti lo esorcizziamo con con grande maestria.
Per la prima volta, dopo 10 mesi, siamo di nuovo tutti insieme intorno ad un tavolo, faccio finta di nulla, ma le emozioni sono travolgenti, il vino aiuta tutti nella via della spenzieratezza.
Come da copione dopo cena passeggiata per Norcia, Corso e poi Piazza, non è la stessa cosa, non c’è nessuno, le macerie, i ponteggi incombono, sono li presenti a memoria, non si può dimenticare se ciò che ti circonda preme costantemente sulla ferita. Tutti a dormire, personalmente con non poca amarezza nel cuore.
Dopo una a dir poco fantastica colazione, partenza per Castelluccio 5 semafori 50min, la prima volta “legalmente”.
Foto della fioritura, sempre dagli stessi “punti”, sono oltre 20 anni che faccio, facciamo, foto che fanno vedere e non fanno vedere, è una scelta, vogliamo che la fioritura si viva, non si guardi. L’insistere sui “macro” ai fiori spontanei ci ha nel tempo ripagati, molti ora sanno che la fioritura spontanea è di una bellezza imparagonabile, che camminare verso l’inghiottitoio, tra i fiori, inebriati dai profumi non è paragonabile al colle colorato, per quanto sia stupendo.
Poi su in paese, come solito non riesco a guardare, come se il cervello cancellasse le macerie, non sono mai riuscito a scattare una foto.
Visita a Rodolfo La Valle Aquile, “Noi siamo aperti, capiamo la situazione, ma da noi è tutto ok, nessuno parla che a Castelluccio si può stare, si certo da qui non si vedono le macerie, ma che dobbiamo fare chiudere?”
Un salto allo stand ristorante comune per salutare la stupenda Mariella dell’agriturismo I Senari e l’entusiasta Tonino dell’Altopiano. Non posso fermarmi ho un pranzo a Norcia.
Caffè e via per la Civita, paese distrutto dal terremoto del 79, ma anche dalla ricostruzione.
Casa a schiera, tutte uguali a tutte, con dietro il vecchio paese, ancora li, un cumulo di macerie, stupendo.
In salotto Silvana e il marito sono scossi, mi permetto, stanchi, si parla di terremoto, paure, delusioni.
Ad agosto è pronto il raccolto ci si deve organizzare per venderlo, direttive per come dovrò intervenire sul sito della Roveja di Civita di Cascia.
Si torna a Norcia per gli ultimi saluti, anche ai militari, costante e famigliare presenza, e via per Colle Soglio a vedere una casa in affitto, ci si deve allontanare molto per trovare affitti non lievitati.
Poi a Vallo di Nera dove pensavo di incontrare Agostino del CEDRAV, purtroppo è fuori, chiedo ai gestori del nuovo Ristorante La Taverna del Bordone, se sanno di qualche casa in affitto, si prodigano, sono gentilissimi, mi trovano alcune soluzioni.
Sono passate le otto, a malincuore devo ripartire per Roma; arrivo si stremato, ma sempre con quella piccola luce di speranza nel cuore.
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