La grotta della Sibilla, chiamata
anche, erroneamente, della maga Alcina o delle Fate, è
una cavità che si trova a 2150 m. sul versante del
monte Sibilla. Abitata sicuramente, fin dai tempi preistorici,
ospitava, secondo la leggenda una profetessa, condannata
da Dio a vivere nella profondità della montagna fino
al giudizio universale, perché voleva diventare la
madre di Cristo. La tradizione locale, identifica
la Sibilla con la "Fata Alcina",
una fata buona le cui ancelle, di tanto in tanto scendono
a valle, per insegnare, l'arte della filatura e della
tessitura alle fanciulle del luogo. Abramo Oertel
(1527-98) (Cordella-Lollini 1988), ci racconta della grotta
come di un orribile antro, che dà accesso ad un regno,
pieno di agi e raffinate fanciulle, dove dimorerebbe anche
la savia Sibilla. L'aspetto attuale della cavità
contrasta sicuramente con le suggestive ed affascinanti descrizioni
dei vari racconti, è ora inaccessibile, a causa di
maldestri interventi compiuti con esplosivi, allo scopo
di allargare l'apertura.
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